Edizione 2009

 

 

Carpineto, 21/8/2009 - a cura di Gianni Franchi.

Tante volte noi appassionati di blues e musicisti siamo presi dallo sconforto per le difficoltà che si incontrano nel promuovere questa musica, per noi così piena di fascino, ma che sembra trovare poche opportunità nel nostro paese. Altre volte si vedono dei piccoli germogli che crescono e diventano realtà e finalmente proviamo un po' di soddisfazione.Spesso, nella provincia, il Blues sembra trovare un terreno più fertile tanto che nel Lazio (la regione in cui risiedo) sono nati diversi piccoli e grandi Blues Festival.Partendo dall'ormai famoso Liri Blues, dell'omonima Isola del Liri, sono numerose le manifestazioni che propongono buon Blues e voglio citare, scusandomi con quelle che dimenticherò: il Pontinia Rock blues festival che quest'anno ha proposto un cartellone di tutto rilievo con tra gli altri Watermelon Slim e gli Hot Tuna; il Festival Sezze Blues curato da Herbie Goins; il Velletri Blues; il Lepini Blues Festival.Ed è proprio di quest'ultimo che vi voglio parlare.Il Lepini Blues Festival è nato grazie all'impegno di un piccolo gruppo di appassionati e musicisti di Carpineto Romano i ragazzi della AVB ovvero: Angelo Reggio - voce e armonica; Tonino Marozza - piano e organo; Massimiliano Fiocco – batteria; Cesare Gonnella – chitarra; Paolo Savaresi – basso; Andrea D'Arcangelis - chitarra.Alcuni di loro, come nelle più classiche storie di blues, incontrano in treno colui che è l'attuale sindaco della città, Quirino Briganti, ed è proprio con lui che rinasce l'idea del festival blues. Carpineto Romano è una graziosa cittadina arroccata proprio sui monti Lepini in provincia di Roma; essendo una cittadina antica, come molti borghi del Lazio, ha tutto un suo fascino, una “magia”, soprattutto nella zona del borgo storico. E' famosa inoltre per aver dato i natali, nel 1810, a Gioacchino Vincenzo Pecci, il futuro Papa Leone XIII della “Rerum Novarum”.Il programma della XVII edizione è il seguente:20 agosto - DELTA RIVER blues duo, special guest SIMON SLIM in "One Man Band"21 agosto - BLUE STUFF 22 agosto - HAROLD BRADLEYIl Festival è aperto da una giovane e promettente formazione laziale composta da Alex Cipolllari (chitarra e voce) Costantino Raponi (armonica) ed il pianista Simon Slim come special guest.Seguono, nelle giornate successive, dei “veterani” del blues come i napoletani Blue Stuff e Harold Bradley noto cantante afroamericano, ormai romano di adozione (anzi trasteverino come lui spesso scherzando dice).Il 21 agosto, da buon inviato di Spaghetti Blues, mi reco a Carpineto per raccontarvi della serata dei Blue Stuff.La band non ha bisogno di presentazioni per gli appassionati di Blues, dal 1982 propone infatti la propria versione del Blues sempre guidata da Mario Insenga.La formazione con cui si presentano a Carpineto è molto particolare, oltre l'immancabile Mario Insenga alla voce e batteria, ne fanno parte anche Lino "Cient'anne 'e salute" Muoio (chitarra, mandolino, voce), Francesco Citera (fisarmonica) e Fulvio Sorrentino (dobro, voce). Già dalla strumentazione si comprende l'originalità della band: senza basso, con fisarmonica e con un cantante batterista... non sono molte le band blues così.Anche il loro sound è molto originale ed avvincente così come la scelta del repertorio. Si alternano brani originali cantati in napoletano e classici del Blues, il tutto guidato dal “drive” ritmico di Mario Insenga che, oltre a suonare, canta, intrattiene e cerca di trasmettere un po' del significato dei blues eseguiti al pubblico. Quest'ultimo è costituito da una piccola cerchia di appassionati che seguono e partecipano e da una buona parte di persone del posto venute forse più per curiosità che per vero interesse. Ma alcuni di loro vengono catturati un po' dalla simpatia e dalla comunicativa della band, un po' dal napoletano che stranamente si coniuga benissimo con il Blues e dal sound della fisarmonica che in questi posti è amata soprattutto dalla popolazione più avanti con l'età.Anche nella scelta dei brani di autori classici del Blues la band mostra la sua originalità eseguendo covers di Leroy Carr, Tommy Johnson (Cool drink of water), Robert Johnson (una bellissima From four till late), Lonnie Johnson.A richiesta, anche un brano leggermente più rock come Let's work together dei grandi Canned Heat al culmine di uno spettacolo che, nel suo insieme, coinvolge ed appassiona tutti.